Indagine Red Hat: l’AI contribuisce a guidare la strategia cloud delle imprese, anche se resta un’area in cui le competenze continuano a mancare

Quasi tutti i responsabili IT italiani intervistati (93%) da Red Hat affermano che gli investimenti nel cloud sono una priorità della propria organizzazione per il 2025. L’AI è considerata un driver principale per l’88%, ma anche un’area di necessario miglioramento sulle competenze per l’80%.

MILANO -

Red Hat, Inc., leader mondiale nella fornitura di soluzioni open source, ha presentato i risultati di una nuova ricerca che rivela i fattori trainanti delle strategie cloud per i prossimi 18 mesi. Prepararsi all'adozione dell'intelligenza artificiale è stata indicata come una priorità dall'88% degli intervistati italiani, un dato solo leggermente inferiore rispetto all'evoluzione della strategia cloud in linea con gli obiettivi aziendali (90%) e la realizzazione di un cloud management centralizzato (89%).

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 L’AI ha il potenziale per contribuire a rispondere a queste esigenze di business e crediamo che un futuro incentrato sull’AI richieda maggiore scelta, flessibilità e indipendenza tra i cloud

Rodolfo Falcone

Country Manager, Italia, Red Hat

Il 100% dei responsabili IT italiani intervistati vede vantaggi nell’adozione di soluzioni open source aziendali per l’intelligenza artificiale, compresa l’AI predittiva e generativa. Secondo gli intervistati, il principale vantaggio di un’AI open source aziendale è il suo contributo ad accelerare l’innovazione (57%), seguita dall’efficienza dei costi (51%).

La ricerca ha coinvolto 609 responsabili IT di grandi aziende (con oltre 500 dipendenti) in sei paesi: Regno Unito, Francia, Germania, Spagna, Italia ed Emirati Arabi Uniti, per esplorare le priorità e le sfide del cloud in un panorama di crescente complessità e le opportunità e gli ostacoli nell’esecuzione delle strategie di AI.

Principali risultati per l’Italia

  • Quasi tutti i responsabili IT italiani intervistati (93%) considerano gli investimenti nelle tecnologie cloud una priorità per il 2025. Il 28% prevede una forte attenzione all'innovazione e alle nuove tecnologie, mentre il 53% prevede una crescita equilibrata tra nuove tecnologie e miglioramenti dei sistemi esistenti. Di questo sottoinsieme di intervistati, oltre la metà (54%) prevede di aumentare gli investimenti del 21-50%.
  • L'80% degli intervistati italiani concorda sul fatto che vi sia un'urgente carenza di competenze nell'area dell'AI - tra cui data science, modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) e AI generativa - che si colloca al secondo posto nella classifica specifica. In realtà, contrariamente alla tendenza generale evidenziata dall'indagine, la carenza più sentita in Italia è quella della cybersecurity (82%), ben al di sopra della percezione generale degli intervistati in tutti i mercati presi in esame (66%). Il pensiero strategico e la capacità di affrontare le questioni di business si collocano al terzo posto (77%).
  • Una delle principali mancanze di competenze, selezionata dall’80% dei responsabili IT italiani intervistati, riguarda proprio l’intelligenza artificiale nel complesso, incluse quindi data science, sviluppo di Large Language Model (LLM) e AI generativa. Tuttavia, contrariamente alla tendenza generale evidenziata dall’indagine, la lacuna principale in Italia rimane la sicurezza informatica (82%), ben al di sopra della percezione complessiva del resto degli intervistati (65%). Il pensiero strategico e la capacità di affrontare le problematiche aziendali si collocano al terzo posto (77%).
  • Alla domanda sui vantaggi dell’adozione di soluzioni open source aziendali per l’AI, compresa l’AI predittiva e generativa, oltre la metà dei responsabili IT italiani intervistati (57%) ha citato l’accelerazione dell’innovazione, insieme all’efficienza dei costi (51%) e alla fiducia e trasparenza (43%).
  • Nel determinare la loro fiducia in un modello aziendale di AI generativa, i responsabili IT italiani ritengono che avere modelli trasparenti, modificabili e con fonti spiegabili sia il fattore più importante (94%).

Il cloud è una priorità di investimento

Nei sei paesi, i responsabili IT intervistati hanno descritto l’approccio pianificato dalle loro organizzazioni per investire nella tecnologia cloud entro il 2025:

  • La metà (50%) sta adottando un approccio equilibrato, concentrandosi equamente su nuove tecnologie e miglioramenti ai sistemi esistenti.
  • Il 26% ha un forte focus sull’innovazione e sulle nuove tecnologie.
  • Il 14% si concentra solo sui servizi essenziali.

Agli intervistati è stato anche chiesto quali fossero le aree prioritarie per la strategia cloud della loro organizzazione nei prossimi 18 mesi. I risultati i più importanti sono:

  • Centralizzazione della gestione del cloud (80%)
  • Requisiti normativi in materia di sicurezza, conformità e sovranità (78%)
  • Preparazione all’adozione dell’AI (77%)
  • Evoluzione della strategia cloud in linea con gli obiettivi aziendali (76%)

I team in silos stanno rallentando l’adozione del cloud

Il 96% dei responsabili IT intervistati ha affermato che i team isolati rappresentano una sfida nell’adozione delle tecnologie cloud, con il 53% che incontra questo problema frequentemente, una percentuale che in Italia raggiunge il 69%.

Tra coloro che ne sono colpiti, gli impatti più comuni sulla strategia cloud sono:

  • Sicurezza e conformità incoerenti tra i diversi fornitori (54%)
  • Aumento dei costi (47%)
  • Controllo e visibilità limitati sulle risorse cloud (42%)

Prepararsi all’AI e all’open source

Alla domanda sulla loro capacità di sfruttare la crescente opportunità dell’AI, il 40% dei responsabili IT intervistati afferma che la propria organizzazione dispone di piattaforme IT scalabili, flessibili e accessibili, ma non dispone delle competenze adeguate per sfruttare appieno il potenziale dell’AI. D’altra parte, il 25% dispone delle piattaforme giuste e si sente ben posizionato per ottenere il massimo valore da esse, mentre il 35% ha bisogno di nuove piattaforme (e il 22% è in procinto di acquisirle). È interessante notare che i responsabili IT italiani si sentano più fiduciosi rispetto a quelli degli altri paesi, con il 39% che afferma di avere sia le piattaforme giuste sia di sentirsi ben posizionato per ottenere il massimo valore da esse.

L’AI generativa è sempre più al centro delle sperimentazioni dalle aziende che cercano di risolvere problemi esistenti o cogliere nuove opportunità; per questo, l’indagine ha esaminato l’importanza di una serie di fattori nel determinare la fiducia in un modello di AI generativa aziendale. L’indagine ha rilevato i seguenti fattori, tutti con un peso simile nelle valutazioni aziendali:

  • Modelli trasparenti, modificabili e con fonti spiegabili (89%)
  • Prestazioni e affidabilità comprovate in casi d’uso simili (85%)
  • Protezione con indennizzo del modello (84%)
  • Conformità agli standard di privacy e sicurezza dei dati (83%)
  • Accessibilità per l’uso da parte di tutti i team, non solo dagli esperti di data science (83%)
  • Efficienza dei costi (82%)
  • Modelli domain-specific (al contrario degli LLM generici) (79%)

Infine, la ricerca ha anche esplorato chiesto quali fossero i principali ostacoli che impediscono ai CTO o ai responsabili delle decisioni equivalenti di portare avanti le iniziative di AI generativa. I più citati sono stati:

  • Preoccupazioni relative alla privacy e alla sicurezza dei dati (43%)
  • Preoccupazioni relative al consumo energetico/sostenibilità (39%)
  • Infrastrutture o risorse insufficienti (32%)
  • Mancanza di trasparenza nei modelli di AI (31%)

In Italia, le preoccupazioni relative alla privacy e alla sicurezza dei dati e al consumo energetico o alla sostenibilità sembrano essere ancora più marcate, essendo indicate rispettivamente dal 54% e dal 49% degli intervistati locali.

Citazioni a supporto

Hans Roth, Senior Vice President & General Manager EMEA, Red Hat

"La tecnologia cloud continua a generare vantaggi significativi in termini di scalabilità, efficienza dei costi e time-to-market più rapido. Tuttavia, questa adozione può anche portare a una maggiore complessità e molte organizzazioni si trovano rallentate da silos interni, come dimostrato da questa ultima indagine. Con la crescente importanza dell’AI nelle strategie cloud, vediamo che sia i responsabili IT che i CTO si preoccupano della trasparenza quando si tratta di modelli di AI: crediamo che un approccio open source possa portare la trasparenza, la modificabilità e la spiegabilità necessarie per un’AI generativa enterprise-ready."

Rodolfo Falcone, Country Manager, Italia, Red Hat

"Vediamo un forte desiderio da parte delle aziende italiane di innovare con le tecnologie cloud per rimanere competitive, pur dovendo rispondere alle pressioni sui costi e efficienza. L’AI ha il potenziale per contribuire a rispondere a queste esigenze di business e crediamo che un futuro incentrato sull’AI richieda maggiore scelta, flessibilità e indipendenza tra i cloud. Questo a sua volta richiede un elevato livello di collaborazione ‘by design’, in modo che le organizzazioni possano lavorare con strumenti, fornitori e cloud diversi per prepararsi a qualsiasi evenienza. Il principale vantaggio di un approccio open source all’AI è che le organizzazioni non devono mettersi in gioco da sole per un’innovazione rapida: possono affrontare l’imprevedibilità insieme a 70 milioni di contributori, con la fiducia di sapere che la loro innovazione avrà il supporto di livello enterprise offerto da Red Hat."

 

Metodologia

La ricerca è stata condotta dalla società internazionale di consulenza di mercato Censuswide, su un campione di 609 responsabili IT di età superiore ai 18 anni in grandi aziende (oltre 500 dipendenti). L’indagine è stata condotta nei mercati di Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Spagna ed Emirati Arabi Uniti, con almeno 100 intervistati per ogni mercato. I dati sono stati raccolti tra il 15 e il 23 agosto 2024. Censuswide aderisce e impiega membri della Market Research Society e segue il codice di condotta MRS che si basa sui principi ESOMAR.

Definizioni utilizzate nella survey:

Cloud management: il controllo e l'orchestrazione di prodotti e servizi che operano in un ambiente cloud (cloud pubblico, cloud privato, cloud ibrido e multicloud), inclusi processi, strategie, policy e tecnologia.

Strategia cloud: l'utilizzo dell'infrastruttura cloud per eseguire applicazioni, inclusi cloud privato, cloud pubblico e l'uso di tecnologie cloud-native come i container per lo sviluppo di software.

Piattaforma IT: un sistema operativo, un'infrastruttura o una piattaforma applicativa per lo sviluppo e il ridimensionamento di applicazioni, incluse le app di intelligenza artificiale, in modo coerente tra data center, cloud e più cloud pubblici.

Software open source aziendale: software open source supportato da un fornitore, generalmente tramite un abbonamento. Ad esempio, il fornitore stabilizza e garantisce la qualità del software, ne certifica il funzionamento con un ecosistema di hardware e software, ne assicura la protezione e fornisce supporto tecnico.

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